La badante, un lavoro che è anche una missione

I numeri sono asettici, e sono proprio i numeri che ci forniscono un quadro nel quale il nostro Paese viene ad essere sempre più dipinto come un Paese per vecchi. Pur tuttavia, nonostante tutte le nostre antiche tradizioni, abitudini e memorie, se non ci fosse la figura della badante, il più delle volte alle nostre nonne e nonni non rimarrebbero che tristi soluzioni.

Di fatto, quindi, è la badante, per la maggior parte proveniente dai paesi dell’Est Europa, ad occuparsi di loro. I politically correct le chiamano assistenti famigliari, il popolo badante, ma poco importa, quel che conta è che sappiano fare il proprio lavoro.
Questo potrebbe essere in sintesi il nazional pensiero, quello con il quale veleggia una grande fetta di italiani che affida i propri anziani alle cure di una badante. In una Nazione ove non si nega a nessuno il nome di una strada o una statua da inaugurare in un parco pubblico, manca proprio un qualcosa che ricordi a tutti quanto si deve a questa importante figura professionale.

Donne che hanno lasciato la loro casa, i loro affetti, le loro abitudini, per venire qui da noi ad occuparsi magari di una nostra zia che è affetta da demenza senile, oppure della nonna cardiopatica, di un genitore non più autosufficiente. La badante, è perciò la risposta italica al problema degli anziani.

Mentre molti compatrioti hanno sempre meno voglia e tempo di prendersi cura dei propri cari, queste fulgide figure lasciano i loro paesi per assistere queste persone. Si dovrebbero tessere pubblicamente le lodi alle badanti, per la loro energia, per la loro capacità di portare un raggio di sole fra i nostri sempre più soli anziani.

Quelli che un tempo furono i cardini di una intera società, diventano improvvisamente un peso che viene ad essere affidato completamente sulle spalle della badante. Sicut flumen pax tua.